Sentieri

Una cosa va detta subito e va tutta ad onore degli azzorriani: le indicazioni sui sentieri sono precisissime. Il percorso è sempre ben tracciato, i segnali sono palesemente rinnovati di fresco, all’inizio e alla fine dei “trilhos” troverete (quasi) sempre delle paline che spiegano il percorso e forniscono brevi cenni storici e/o naturalistici.

Un segnavia a Praia Viola

Segnavia sulla Caldeira

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La seconda considerazione, doverosa, è che con il tempo che abbiamo trovato a Sao Miguel, molti sentieri non abbiamo nemmeno provato a percorrerli: a volte ci abbiamo provato ma era impossibile (per esempio, quello che va da Praja da Amora a Praia das Areias ha tutto un tratto che passa lungo il mare ed era quindi impraticabile perché le onde lo coprivano).

Le onde coprono praia da Amora. Qualche minuto più tardi, al crescere della marea, la spiaggia è stata completamente sommersa.

Altre volte non ci abbiamo nemmeno provato: ci sono dei percorsi che sono belli per gli scenari, ma se tutto è immerso nelle nuvole che li fai a fare?

Il Pico: una vista rara, sempre immerso com’è nelle nuvole

Comunque sia, la definizione assai comune sulle (poche) guide delle Azzorre e sui siti ad esse dedicati, cioè “paradiso del trekking”, a cosa fatte ci lascia un po’ perplessi. Ora, come al solito, tutto dipende da qual è il vostro parametro di riferimento. Se per voi il trekking consiste nel camminare su una strada sterrata (e nemmeno sempre) fino a una piazzola di osservazione dotata di parcheggio e recinzione in tronchi, nonché di chiosco di panini e bevande, allora la definizione di paradiso del trekking sicuramente vi calza a pennello. Se invece per voi il trekking consiste nell’arrivare, attraverso sentieri percorribili solo a piedi, in posti altrimenti irraggiungibili, allora le Azzorre non sono il paradiso del trekking.

Intendiamoci, noi non siamo dei maniaci “no limits” né dei campioni di orientering, però diciamo che abbiamo una qualche esperienza di camminate: qualcuna anche in posti non facilmente accessibili e da cui, senza il gps cartografico, avremmo perfino avuto qualche difficoltà a venir via (o semplicemente a capire quale fosse il “vero” sentiero, perso com’era in mezzo a tracce di capre che non portavano assolutamente da nessuna parte).

Se è questo il tipo di esperienza che state cercando, non la troverete alle Azzorre. Quasi tutti i sentieri non sono altro che strade forestali, spesso anche asfaltate, almeno in parte, che conducono in posti panoramici, dove magari inizia un sentierino da fare a piedi, insieme a decine di altri turisti che lo percorrono in infradito. Altri sentieri sono, in sostanza, viottoli che gli allevatori o i coltivatori locali usano per raggiungere le loro proprietà (come quello che va da Lomba da Maia a Praia Viola).

Sul sentiero verso Praia Viola, tra mulini ad acqua abbandonati

A Sao Miguel, per esempio, abbiamo percorso una parte del sentiero che corre in quota lungo la sommità della caldera in cui si trovano il Lago verde e il Lago azzurro. Ebbene, quello è un tipico esempio di quel che dicevamo. Si parte dal Miradouro del Rei e si arriva all’incrocio tra il sentiero stesso e la strada che risale da Ginetes. Si tratta di una sterrata di 7 chilometri in leggera discesa (dove il Rei è la parte più alta). Il percorso è piacevole e offre qualche scorcio notevole sia sui due laghi (che sono indiscutibilmente di colori diversi, verde e azzurro, appunto) sia sulla costa. Però la camminata è spesso interrotta dalle macchine che percorrono la stessa strada, a volte, come accennavamo, per raggiungere gli appezzamenti di terreno e badare alle mucche. Inoltre, stando alle guide, arrivati all’incrocio con la strada asfaltata, il “sentiero” consiste nello scendere a Sete Cidades proprio seguendo la strada. Qualcuno lo fa, ma noi, sinceramente, ci chiediamo che senso abbia. E come noi la pensa la maggior parte di quelli che abbiamo incontrato sul sentiero quel giorno: tutti facevano il tratto sterrato avanti e indietro e in città ci andavano in auto.

Verso il Miradouro del Rei

Una volta raggiunti i laghi, c’è un’altra piacevole passeggiata da fare, che, partendo dal ponte che divide il lago verde e il lago azzurro consente di circumnavigare quasi completamente i due specchi d’acqua. Sempre, naturalmente, a patto che non vi irriti che, ogni volta che state cominciando a godervi il silenzio del bosco, esso venga interrotto dalle radio di ragazzetti locali che percorrono la strada in auto con le fidanzate (le quali, di solito collocate sul sedile di dietro, vi guardano con blanda curiosità e lo stesso vago fastidio con cui voi guardate loro) o dalle urla e le risate di irrefrenabile allegria di qualche gruppo di turisti inglesi a cavallo il cui più grande divertimento è di lanciare gli animali al galoppo nell’acqua bassa gridando di gioia.

La placida sponda del Lago Verde… poco prima del passaggio al galoppo di cinque inglesi ridanciani

Esistono delle eccezioni, ma sono, appunto, eccezioni e bisogna andarsele a cercare con un po’ di attenzione. La cosa più simile a un vero trekking che abbiamo percorso è stato la metà finale del sentiero dei dieci vulcani a Faial. Sulla carta si tratta di un tracciato tutto molto bello, ma in realtà una buona metà di esso consiste in quel che descrivevamo prima: strade forestali. La seconda metà, invece, è più interessante.

Sul Cabeco Verde

Si sale sul Cabeco Verde, purtroppo attraverso una strada quasi tutta asfaltata, e da lì si parte in una serie di discese e risalite che vi faranno passare, attraverso uno stradello spesso ricoperto di vegetazione, dalla cima di cinque vulcani spenti…

Sul sentiero dei 10 vulcani

… uno dei quali vulcani – peraltro – riuscirete a riconoscerlo solo dopo esserci passati accanto, guardandolo dal basso.

Ti volti ed ecco un vulcano, che hai costeggiato senza vederlo: qui dalla cima successiva

Per questa via siamo arrivati fino al Capelinhos, passando anche accanto a un vecchio casotto per l’avvistamento delle balene, perfettamente restaurato.

Il vecchio punto di vedetta

 

Prima del 1957 quel vulcano lì non c’era

Poi abbiamo seguito la strada per circa sei km e siamo tornati, con un giro comunque piacevole, fin dove avevamo lasciato l’auto.

Sulla via del ritorno dopo il trek dei 10 vulcani

Magari alle Azzorre esistono moltissimi trails simili a quello dei 10 vulcani, ma noi non li abbiamo trovati.

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