Il clima delle Azzorre

Due giorni dopo essere arrivati a Sao Miguel, cioè poco dopo la metà del nostro viaggio, l’isola è stata interessata dal passaggio dell’uragano Gordon (così chiamato in onore del gin che si usa per il mitico gin tonic delle Azzorre, e soprattutto di Faial… ma su questo vedi tra le “impressioni sparse”). Si è trattato di un uragano di classe 1, la più tenue, con venti previsti di “soli” 100 km l’ora.

L’anticiclone delle Azzorre… quando c’era!

Sembra inevitabile chiamare in causa il cambiamento climatico perché su queste isole di uragani praticamente non se ne ricordano, proprio perché questo è il punto in cui si forma il mitico anticiclone (che al solo sentirlo nominare viene in mente l’altrettanto mitico colonnello Bernacca), quindi una bolla di alta pressione che dovrebbe – il condizionale, come si dice, è ormai d’obbligo – tenere lontano il cattivo tempo.

Maltempo su Sao Miguel, praia Viola

Fatto sta che, dopo l’uragano, la situazione non si è più rimessa: giorni e giorni di cattivo tempo, o al massimo di tempo solo parzialmente buono, che tutti sull’isola ci hanno assicurato essere una rarità. Il nostro ospite, Luis Felipe,  ha addirittura affermato di non ricordare un agosto simile in vita sua (ed ha più di sessant’anni).

Dietro quella nebbia c’è la scogliera di Mosteiros

Ed ecco il panorama dietro la nebbia

La nostra esperienza, dunque, è stata pesantemente condizionata da questa sfortunata circostanza. Detto questo, non bisogna comunque illudersi che le Azzorre siano un arcipelago tropicale. In effetti, prima della partenza, quando il ciclone Gordon ancora nemmeno esisteva, la nostra preoccupazione principale era già stata di tipo meteorologico. Col senno di poi, non avevamo torto, anche se ci preoccupavamo per le cose sbagliate. In Italia, compulsando svariati siti di previsioni del tempo e cercando online le immagini di qualche webcam, ci sembrava di correre il rischio di una vacanza al freddo. Ma si trattava di una illusione ottica: quando si è abituati a temperature estive che arrivano facilmente a 35 gradi e che di notte non ti lasciano dormire, è poi istintivo leggere una massima di 24 gradi come un pallido tepore e una minima da 19 gradi come prossima al gelo. In realtà il clima delle Azzorre è quello del famoso proverbio che descrive il tempo a marzo: “se esce il sole, prendi l’ombrello”; insomma, estremamente variabile.

Questa è Praia Norte un mattino nuvoloso

 

 

E poi, quella sera stessa…

E quando diciamo estremamente non stiamo, come al solito per degli occidentali, esagerando. Può mettersi a piovere mentre, in spiaggia, hai appena deciso che ti spalmi una seconda passata di crema, considerato quanto picchia il sole. Può mettersi a piovere, e anche discretamente, mentre il sole c’è ancora. E quindi ti abbronzi e ti bagni contemporaneamente (a questo proposito ci è venuto in mente che, se fossero stati originari delle Azzorre, i Creadence clearwater revival non avrebbero mai scritto il celebre pezzo Have you ever seen the rain (coming down in a sunny day)… perché qui chiunque risponderebbe “si, certo, e allora?”).

Puoi finire improvvisamente nella nebbia e poi ritrovarti in pieno sole e scoprire che, considerato quanto brucia, forse era meglio la nebbia. O, almeno un po’ di copertura nuvolosa, magari leggera. In effetti, stare in spiaggia quando il sole batte senza ostacoli è quasi impossibile.

In generale, diciamo che le isole piccole sono dal punto di vista meteorologico, migliori delle isole grandi. Le due che conosciamo, Faial e Sao Miguel, da quel che abbiamo capito, possono considerarsi entrambe ben rappresentative delle due categorie. Su un’isola piccola, se il tempo è cattivo da una parte, è praticamente certo che sarà buono da un’altra. Basta mettersi in macchina, fare una ventina di minuti di viaggio rilassato (spesso anche meno) e il problema è risolto. Inoltre, sulle isole piccole il vento tende ad ammassare le nubi in continuazione, ma anche – altrettanto in continuazione – a portarle via. Su un’isola grande, al contrario, il maltempo è più persistente e mettersi in macchina per raggiungere la costa opposta, quando questa si trova ad almeno 50 km di distanza (di strada tutta curve e, magari, in parte da percorrere nella nebbia, se per esempio ci sono da scavalcare delle colline), non è così agevole.

Ci sono nuvole sulle montagne: e noi ce ne andiamo al mare

Questo vuol dire che si deve organizzare un tour solo su Graciosa, Corvo e Flores? No (anche se per certi versi potrebbe essere un’idea), ma sulle isole più grandi bisogna armarsi un po’ più di pazienza…  E sperare nel mitico anticiclone.